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I libri di Rut, Giuditta ed Ester sono in genere considerati testi minori, poco utilizzati in ambito liturgico. Eppure la lettura di questi tre racconti, gli unici che portano nel titolo il nome di una donna, riserva delle sorprese sia per il messaggio teologico che da essi emerge sia per l'insospettata attualità delle tematiche affrontate. Rut, Giuditta ed Ester sono in primo luogo delle donne, poi sono rispettivamente vedove, straniere, orfane. Appartengono quindi alle categorie socialmente svantaggiate, eppure diventano delle risorse per le persone che incontrano sul loro cammino. Il credente è invitato a lasciarsi interrogare dai vari personaggi che in diversi modi hanno incontrato Dio e si sono lasciati trasformare fino a diventare strumenti di liberazione per altri.